L’export del vino italiano in Asia
Il vino italiano sta cercando di conquistare l’Estremo Oriente, ma la realtà è che stiamo ancora facendo fatica. L’esportazione di vino verso paesi come Cina, Giappone e Corea del Sud ha visto una crescita significativa negli ultimi anni, ma i nostri concorrenti, soprattutto francesi e australiani, stanno consolidando le loro posizioni più velocemente. 🍇 Ecco cosa dicono i dati, e soprattutto, cosa possiamo fare per migliorare.
I numeri sono incoraggianti, ma c’è una lezione da imparare: i consumatori dell’Estremo Oriente vogliono storie, non solo bottiglie. 📚 Il nostro vino ha una storia unica da raccontare, fatta di tradizioni secolari e territori meravigliosi. Eppure, molti produttori italiani faticano a comunicare efficacemente questi aspetti nei mercati asiatici, lasciando il campo libero a chi investe di più nel marketing culturale e nelle esperienze digitali.
La Cina resta il mercato principale per i vini italiani in Asia, con una crescente domanda di vini rossi di alta qualità, in particolare Amarone e Barolo. Nel 2023, l’esportazione di vino italiano verso la Cina ha raggiunto un valore di 67,2 milioni di euro, posizionandosi al terzo posto tra i paesi esportatori. La Francia rimane il principale esportatore di vino verso la Cina con un valore di 285,4 milioni di euro, seguita dal Cile con 138,5 milioni di euro (fonte: IWSC Insight, 2023, link: https://iwsc.net/news/wine/iwsc-insight-the-chinese-wine-market). Le esportazioni australiane verso la Cina sono state di 48,9 milioni di euro, mostrando un trend diverso rispetto agli anni precedenti. In particolare, le vendite di Amarone e Barolo in Cina hanno mostrato un interesse crescente per i vini premium italiani. Tuttavia, negli ultimi due anni il tasso di crescita delle esportazioni italiane si è leggermente rallentato rispetto ai concorrenti francesi e cileni, che stanno consolidando la loro presenza in tutto il continente asiatico. Il Giappone, al contrario, ha mostrato una crescita costante, con un particolare amore per i vini spumanti italiani, Prosecco in testa, il cui valore delle esportazioni ha superato i 65 milioni di euro nel 2023, trainato da un crescente interesse per la cultura enogastronomica occidentale. La Corea del Sud, nonostante partisse da numeri più bassi, ha registrato una crescita percentuale impressionante (+18% nel 2023), segno che i consumatori sudcoreani stanno scoprendo e apprezzando sempre di più la varietà dei nostri vini.
I numeri sono incoraggianti, ma c’è una lezione da imparare: i consumatori dell’Estremo Oriente vogliono storie, non solo bottiglie. 📚 Il nostro vino ha una storia unica da raccontare, fatta di tradizioni secolari e territori meravigliosi. Eppure, molti produttori italiani faticano a comunicare efficacemente questi aspetti nei mercati asiatici, lasciando il campo libero a chi investe di più nel marketing culturale e nelle esperienze digitali.
Il successo del vino cileno in Cina rispetto a quello australiano e argentino è il risultato di diversi fattori strategici e di contesto. Prima di tutto, un elemento fondamentale è l’accordo di libero scambio tra Cile e Cina firmato nel 2006, che ha eliminato i dazi sulle importazioni di vino cileno, portando a una crescita rapida del valore delle esportazioni, che sono passate da 5 milioni di dollari nel 2006 a 250 milioni nel 2019. Questo vantaggio tariffario ha permesso al Cile di competere con altri paesi che invece subiscono dazi significativi sul mercato cinese, come l’Australia e l’Argentina, rendendo il vino cileno più conveniente per i consumatori cinesi.
Un altro aspetto importante è il modello di private-label adottato dal Cile, in cui i vini vengono confezionati e marchiati specificamente per il mercato cinese. Questo tipo di branding, che spesso include etichette particolari e nomi evocativi, è stato progettato per adattarsi ai gusti cinesi, dove l’aspetto estetico delle bottiglie è cruciale perché i vini vengono spesso acquistati come regali. Le etichette di vino cileno sono progettate con grande attenzione, usando tecniche di stampa avanzate e materiali di alta qualità per attrarre i consumatori cinesi (Fonte: WinesInfo e Vino Joy News).
noltre, il settore premium del vino cileno ha guadagnato una forte reputazione in Cina, supportata dal riconoscimento internazionale, come ad esempio tre vini cileni che hanno ricevuto 100 punti da James Suckling nel 2017. Questo ha aiutato a rafforzare l’immagine dei vini cileni in Cina, soprattutto nella categoria di alta qualità. Dopo la crisi delle esportazioni australiane a causa delle tariffe antidumping imposte dalla Cina, il Cile ha colto l’opportunità per espandere ulteriormente la propria quota di mercato nel segmento dei vini premium (Fonte: Vino Joy News).
Per ulteriori dettagli, puoi leggere gli articoli completi su WinesInfo e Vino Joy News.Ecco la chiave per migliorare: ✅ Incrementare le iniziative di storytelling, magari collaborando con influencer locali che possano portare il messaggio direttamente al pubblico di riferimento. Secondo uno studio di McKinsey & Company (2022), il marketing esperienziale e l’influencer engagement hanno dimostrato di aumentare la percezione del valore del prodotto fino al 40% nei mercati asiatici. Potremmo anche sfruttare di più le potenzialità dell’e-commerce e del live streaming, molto popolari in Cina, per avvicinare il consumatore al territorio italiano, mostrando i vigneti e raccontando le storie dei produttori. Un rapporto di Deloitte (2023) evidenzia come il live streaming in Cina abbia generato un incremento delle vendite del 15% per i brand che hanno adottato questa strategia. (Link al report di McKinsey & Company: https://www.mckinsey.com/~/media/mckinsey/industries/retail/our%20insights/state%20of%20fashion/2023/the-state-of-fashion-2023-holding-onto-growth-as-global-clouds-gathers-vf.pdf , Link al report di Deloitte: https://www2.deloitte.com/cn/en/pages/consumer-business/articles/consumer-insight-2023.html)
🤔 Vi state chiedendo: “Ma queste strategie funzionano davvero?” La risposta è sì, e i dati lo dimostrano. Un esempio concreto è il caso di alcune cantine italiane che, collaborando con influencer locali (Key Opinion Leaders – KOL) in Cina e investendo in campagne di live streaming, hanno visto un incremento significativo nelle vendite. Secondo un articolo di East Media, il ruolo degli influencer e dei KOL è stato fondamentale per raccontare la storia e il valore dei vini italiani ai consumatori cinesi, raggiungendo un pubblico ampio e generando fiducia nei prodotti italiani. Un altro esempio è il produttore di Prosecco che, sfruttando il marketing culturale in Giappone, ha ottenuto una crescita considerevole nelle vendite di spumanti. Chi ha investito in queste direzioni ha visto crescite a doppia cifra. Non possiamo lasciare che la nostra eccellenza si perda nel rumore della competizione globale solo per una mancanza di visibilità. (Fonte: East Media – Vino in Cina: l’importanza degli influencer e dei KOL)
In Cina, i Key Opinion Leaders (KOL) svolgono un ruolo fondamentale nel promuovere il vino, utilizzando la loro popolarità e presenza sui social media per influenzare le preferenze dei consumatori e aumentare le vendite. Un esempio noto è Lady Penguin, alias Wang Shenghan, che è diventata una delle principali KOL di vino in Cina. Lady Penguin ha sviluppato una serie di servizi, tra cui il “Penguin 200” e il “Penguin 2000”, programmi di abbonamento mensili che includono selezioni di vino, contenuti educativi e accesso a eventi esclusivi. Questi servizi hanno aiutato a creare una comunità di appassionati di vino, con un focus sull’educazione e sulla scoperta di nuovi vini, rafforzando il legame di fiducia tra il consumatore e il marchio Lady Penguin. Wang ha anche lanciato un corso online di vino, “WinePro”, che ha attirato oltre 10.000 studenti nei primi tre mesi, e aperto un nuovo negozio di vino a Pechino, il “Lady Penguin Wine House” (Fonte: Cellar.Asia, Grape Wall of China).
Un altro esempio di successo è Zhengshan Niurouge (Beef Brother), un KOL noto per i suoi eventi di e-commerce durante i quali ha venduto oltre un milione di bottiglie di vino durante la festività “618 Shopping Holiday”. Zhengshan si è concentrato su strategie di prezzo aggressive, con l’obiettivo di rendere il vino accessibile a tutti, utilizzando il motto “ridurre il costo del vino per i consumatori quotidiani”. Tuttavia, il suo successo è stato messo in discussione dopo il ban del suo account Douyin per problemi di qualità del prodotto e una serie di reclami dei clienti (Fonte: Cellar.Asia).
I KOL in Cina, come Lady Penguin e Zhengshan Niurouge, utilizzano il potere del live streaming e dei social media per coinvolgere milioni di consumatori, creando un impatto significativo sul mercato del vino. Questi esempi mostrano come i KOL possano non solo aumentare le vendite, ma anche creare una comunità di consumatori fedeli ed educati.
Per maggiori dettagli, puoi leggere gli articoli su Cellar.Asia e Grape Wall of China.Allora, cosa ne pensate? È il momento di ripensare le nostre strategie di promozione del vino italiano in Asia? Parliamone nei commenti! Condividete la vostra esperienza e le vostre idee per conquistare questi mercati in modo innovativo e coinvolgente. 🚀
Concorrenza cinese?
Wang Shenghan, known as Lady Penguin, is the world’s most successful wine influencer. Now she is stepping back. Observers of the Chinese wine market may be sorry to learn that 36-year-old, leading influencer, Lady Penguin — Wang Shenghan — is dramatically scaling down her operations and stepping back from them
https://www.meiningers-international.com/wine/insights/top-chinese-influencer-lady-penguin-steps-back-end-era#:~:text=Wang%20Shenghan%2C%20known%20as%20Lady,Now%20she%20is%20stepping%20back.&text=Observers%20of%20the%20Chinese%20wine,and%20stepping%20back%20from%20them.
La foto di Lady Penguin da: https://reportergourmet.com/it/wine-reporter/657-lady-penguin-la-piu-grande-wine-blogger-cinese-accusata-per-false-recensioni